PRESENTAZIONE
Opera musicale in tre atti, liberamente ispirata a "Dark Shadows", serial televisivo di Dan Curtis del 1966 e a "Molte vite, un solo amore" di Brian Weiss, esperto di reincarnazione e ipnosi regressiva. Un "classico" imponente, dalle grandi atmosfere stile "Phantom of the opera", con una storia d'amore struggente e di estrema attualità.
L'involucro è quello del "fumettone": non mancano sangue, urla, morti e gli accadimenti più incredibili, questo è il gioco. Il finale a doppio rimbalzo mira proprio a dichiarare fino in fondo l'elemento spettacolare e fantasioso, il gioco appunto della narrazione horror. Ma questo diventa velocemente solo l'ultimo dei tre piani di lettura presenti.
Il cuore palpita per l'infelice e bellissima storia d'amore intorno a cui ruota tutta l'opera. Il protagonista è un affascinante vampiro che si danna per rivedere il sole e per poter baciare la donna che ama da duecento anni e che si reincarna per lui. Egli paga la colpa di aver rifiutato l'amore di una donna/strega, che l'ha condannato al vampirismo.
Gli scenari sono antichi saloni, gradinate, cripte e grandi finestre a picco sulla scogliera. Forte la presenza dell'oceano e colorato il contorno del villaggio marinaro. Sensibile la presenza degli agenti atmosferici e le albe, i giorni e le notti scandiscono in modo regolare i buoni e i cattivi, il sogno e la realtà. Molti effetti sonori, trucchi scenici, controfigure e nebbie a rendere il mistero del racconto.
Il primo livello di lettura, si rivela infine solo all'aprirsi dello strepitoso terzo atto, in cui si fa un salto indietro di duecento anni - nel 1795 - con gli stessi attori nelle vesti dei propri avi. La narrazione esoterica lancia continui riferimenti, che nello svolgersi dell'opera trovano via via una spiegazione; ciò induce nello spettatore la deliziosa attività di ricomporre le tessere della vita del personaggio in cui si è identificato, ricomponendo contemporaneamente anche la propria. La teoria della reincarnazione, già un "credo" in alcuni ambienti, sta subendo un exploit tra la gente comune; illustri psicoterapeuti si stanno 'convertendo' all'ipnosi regressiva e, comunque, non c'è da chiedersi perché il messaggio che noi saremmo in qualche modo 'immortali' in senso concreto, vada a lenire quell'ansia di morte che, oggi più che mai, appartiene a tutti noi.