PRESENTAZIONE
«Definire “saggio” questo spettacolo appare oltremodo riduttivo; si tratta piuttosto di un’opera di elevato tenore, una rappresentazione elargita con precisione, con un meccanismo sincrono nei movimenti scenici, nei tempi e nell’interpretazione» (Isabella Polimanti, Tutto teatro, 9 luglio 2012)
«Quando il saggio diventa un vero e proprio spettacolo, in cui non si sa più bene dove finisce l’allievo ed inizia l’attore significa che, per fortuna, i giovani hanno possibilità di imparare ed apprendere “l’arte segreta dell’attore”» (Carlo Dilonardo, Teatri&Culture, 10 luglio 2012)
Maria Maddalena nella cultura occidentale è il simbolo più alto di redenzione. Peccatrice, fu convertita da Gesù e visse nella Sua Grazia. Per questo motivo le vennero titolati numerosi conventi, diffusi principalmente in Inghilterra e in Irlanda, a partire dal XIX secolo.
Istituti religiosi femminili, gestiti da suore per conto della Chiesa cattolica, che accoglievano ragazze, per lo più giovanissime, giudicate "immorali" per aver perpetrato una condotta peccaminosa. In un clima di sottomissione e isolamento, alle penitenti era richiesto di lavorare principalmente come lavandaie, trattenute spesso contro la loro volontà. Tutto in un clima rigido e severo, in cui le suore di sovente scoraggiavano le donne ad abbandonare gli istituti, cercando di motivarle alla penitenza. Ma cosa lega questo alle contestazioni degli anni '60? Donne oppresse dall'imperante maschilismo scesero in piazza per rivendicare i propri diritti, ricordando al mondo che prima di essere madri, figlie, sorelle, lavandaie, suore, sante e peccatrici, sono soprattutto esseri umani, con la propria individualità e la propria libertà. Insieme a loro giovani, studenti, operai, tutti solidali nell'invocare un mondo migliore al grido di: "Il mio futuro è mio, il mio futuro è adesso". Questo grido è ancora nell'aria.
E' dal tempo dei tragici greci che ai figli è dato di pagare le colpe dei padri, e questa nostra storia sociale ha più volte confermato il topos terribile dell'oppressione verso chi, come giovani e donne, non ha spesso le armi per difendersi dall'autorità. Proprio per questo, lo spirito che sottende lo spettacolo si esautora dalla retorica di denuncia storica. D'altronde, le Case Magdalene non esistono più dal 1996. Resta però l'afflato di questi conventi, luoghi-simbolo che assumono, nel contesto scenico, il ruolo di contenitori pregni della loro sacralità, come sacra è la libertà d'ogni singolo individuo; lo spettacolo si incentra quindi sull'abuso di potere e l'ingiustizia perpetrata contro i deboli, che gli oppressori siano in abito talare, in divisa militare o in doppiopetto parlamentare.
Eccole le "figlie di Magdalene": le figlie del peccato, del pregiudizio, dell'ingiustizia. Figlie e figli abbandonati dagli adulti e dallo Stato.
IL LAVORO DEGLI ATTORI
CAST
e con:
Beatrice Ciucci
Diana Forlani
Claudia Guidi
Giulia Malossini
Pamela Mirti
Ilaria Orlando
Fabiano Roggio
Antonio Scarfì
Giulia Spinelli
Francesca Trasarti
e
Camilla Di Lorenzo
Michelle Ellis
Valentina Grimaldi
Angelo Pelagalli
Gianpaolo Quarta
Gianluca Rossi
e con gli allievi del Laboratorio Junior di III livello:
Cristiano Balzamonti
Alessandra Farina
Edward Minoia
Francesca Putzulu
Alessia Valente
AIUTO-REGIA
Eleonora Leone
SCENOGRAFIE
Massimo Rizzuto
Alessandro Cremona
RITMICA STRUMENTALE E BODY PERCUSSION
Mauro D'Alessandro
COREOGRAFIE
Michelle Ellis
LUCI
Wing Tsou
COSTUMI
Clara Barbieri
Teresa Gasperi
VOCAL COACH
Camilla Di Lorenzo
VOCAL TRAINER
Adriana Giunta
ARRANGIAMENTI
Antonio Garritano
ASSISTENTE AI COSTUMI
Chiara Postacchini
ASSISTENTE REGISTA
Rosaria D'Antonio
TRUCCO E ACCONCIATURE
Francesca Salvador
UFFICIO STAMPA
Vita Ragaglia
FONICO
Nicola De Santis
ELETTRICISTA
Giacomo Cursi
Misconosciuti fino agli anni recenti, i misteri delle Case Magdalene sono rimasti rinchiusi a lungo nelle sacre mura di questi istituti religiosi. Tenerezza Fattore, dopo un intenso studio su interviste, documentari e pellicole di finzione, fortemente impressionata dal film di Peter Mullan, ha tracciato insieme ai suoi allievi, una storia che parte da lontano, ma che sorprende per la sua forte attualità.