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CIECHI

PRESENTAZIONE

L'ambasciatore del Portogallo S.E. Fernando d'Oliveira Neves e Paolo Flores d'Arcais, direttore di Micromega e amico del premio Nobel, ricorderanno lo scrittore recentemente scomparso con un breve intervento prima dell'inizio dello spettacolo, il 29 giugno.

Oggi, in una città qualunque, si sviluppa un'epidemia di cecità, che sostituisce alla vista un “candore luminoso”; il contagio si diffonde rapidamente colpendo tutta la nazione. I primi malati vengono rinchiusi in un ex manicomio, tenuti sotto la minaccia delle armi. In questa situazione in cui i ciechi sono costretti a vivere nel più bieco abbrutimento, scoppia ogni tipo di violenza e sopraffazione, viene scardinata ogni ogni regola morale e possibilità di vita civile. Una donna, rimasta miracolosamente immune, si fa internare per restare vicina al marito. Il suo gesto di amore diventa la possibilità di restituire a tutti gli altri uomini una speranza collettiva. Proprio per la sua capacità di vedere, la donna dovrà assumersi la responsabilità della cecità altrui e inventare un itinerario di salvezza, recuperando le ragioni della solidarietà.

Dalle pagine avvincenti del celebre romanzo di José Saramago uno spettacolo intenso e coinvolgente, che conduce lo spettatore in uno dei più grandi incubi dell'inconscio collettivo.

Si ringrazia per l'amichevole contributo Giulia Innocenzi, la giornalista di Annozero, che nello spettacolo intervista il ministro della Sanità poco dopo l'esplosione dell'epidemia di cecità.

I CIECHI di Cassiopea - hanno detto di noi

Le immagini dell'Aquila sono tratte dal documentario “Comando e controllo” di Alberto Puliafito, prodotto da Fulvio Nebbia, iK Produzioni. Le direttive pronunciate durante il video sono tratte dal "Metodo Augustus", il manuale della Protezione civile italiana per le gestione delle emergenze.

Patrocinio:
Ambasciata del Portogallo
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica (presidente d'onore José Saramago)

Sponsor:
Banca di Credito Cooperativo di Roma

 
ADATTAMENTO TEATRALE

La cecità del corpo e dello spirito

Musiche e immagini completano il quadro del dramma, aprendo squarci anche sul mondo onirico dei protagonisti, come a dare forma ad uno dei più grandi incubi dell'inconscio collettivo. I personaggi restano anonimi, il luogo indefinito, il dialogo frammentato e simbolico come nel romanzo. Dice il personaggio della vedente nel secondo atto:

LA MOGLIE DEL MEDICO (le lacrime le scorrono copiose)
La cecità è anche questo, vivere in un mondo dove non c'è più speranza... Neanche abbiamo pensato a dirci come ci chiamiamo… E a cosa ci sarebbero serviti i nomi… nessun cane ne riconosce un altro dal nome che gli hanno imposto… è dall’odore che identifica o si fa identificare… noi, qui, siamo come un’altra razza di cani… ci conosciamo dal modo di abbaiare, di parlare… il resto non conta…

Diversamente dal romanzo, che nella seconda parte spazia, errando nella società desolata, la pièce teatrale privilegia la prima parte, racchiudendosi negli interni dell'ex manicomio, in cui i contagiati convivono, costretti e dimenticati. Lo spazio scenico, ammasso di corpi sporchi e stoltamente disinibiti, si modella nei tratti di una micro-società impazzita, a contatto con i bisogni primari, dimentica di sé e degli antichi valori, perduta nel terribile mondo delle ombre, sprofondata nella notte dell'etica. I ciechi erano ciechi anche prima, e non lo sapevano. Paradossalmente, è proprio il mondo delle ombre a rivelare molte cose sul mondo di chi credeva di vedere.

IL MEDICO
La paura acceca.
UNA SEMPLICE CIECA
Parole giuste. Eravamo già ciechi nel momento in cui lo siamo diventati. La paura ci ha accecato; la paura ci manterrà ciechi.

La drammaturgia teatrale lascia volutamente fuori il finale di Saramago, in cui uno alla volta tutti i personaggi tornano a vedere. L'azione clou si posiziona nel grande, terribile incendio che costringe i ciechi a lanciarsi fuori dal locale sfidando le armi degli aguzzini, per sfuggire alla morte certa. Scoprono però che tutto il resto della città è ormai cieco e che da un pezzo non ci sono più aguzzini.
Quell'esperienza estrema è anche l'ultima occasione per confrontarsi con le domande ultime sul destino dell'uomo, malato di egoismo e di violenza, e sulle vie di un possibile riscatto. Qui il personaggio della vedente - che simboleggia la responsabilità personale - trova il suo picco più alto.

LA MOGLIE DEL MEDICO
Io ci vedo ancora.
L'IMPIEGATA
Ma domani?
LA MOGLIE DEL MEDICO
Oggi è oggi, domani è un altro giorno e io la responsabilità ce l'ho oggi, non domani.
LA BIONDA
Responsabilità di cosa?
LA MOGLIE DEL MEDICO
Di avere gli occhi, quando gli altri li hanno perduti.

Il rimando ai Quattro Elementi, come da tradizione di Cassiopea si ritrova prima nella Terra-contatto con la realtà (che va scavata per sotterrare i morti), poi nell'Aria-sentimento (anelata dai ciechi ammassati che si fanno uccidere per un sorso di aria fesca), poi nel Fuoco-rabbia (l'incendio devastatore) e infine nell'Acqua. L'apice poetico viene infatti individuato nel lavaggio purificatore dei sopravvissuti, che vengono colti da una pioggia benevola, mentre si apprestano ad iniziare la loro nuova vita da ciechi.

[...] Inizia a piovere.
IL PRIMO CIECO
Sta piovendo.
LA MOGLIE DEL MEDICO
Sì, e noi... dobbiamo... sì... ecco... lavarci! Ecco che dobbiamo fare! Lavarci. Approfittare di quest'acqua. Speriamo che non smetta. Speriamo che non smetta di piovere! Per ripulire un po', almeno un po' questa sporcizia insopportabile dell'anima.... del corpo... E' lo stesso. Laviamoci, laviamoci...

 
CAST

PRIMO CAST
Valeria De Angelis - la moglie del medico
Dario Biancone - il medico
Riccardo Monitillo - il primo cieco
Giorgia Guerra - l'impiegata
Alberto Mosca - l'uomo dalla benda nera
Vanina Marini - la ragazza dagli occhiali scuri
Diana D'Angelo - una semplice cieca
Andrea Murchio - il sergente
Daniele Antonini - il ladro
Fabiano Danilo Vanella - quello con la pistola
Roberto Fazioli - il vero cieco
Giorgia Pordenoni - la segretaria
Claudia Lerro - la cameriera
Giacomo Ferraù - il farmacista
Luca Di Giovanni - il soldato
Luca Calone - il segretario del ministro
Nicola De Santis - un cieco malvagio
Immacolata Mercadante - l'orfana
Tiziano Mariani - il poliziotto
Marzia Colandrea - la madre
Claudio Nicolini - il ministro

e l'amichevole contributo di Giulia Innocenzi

e con gli allievi del corso primo professionale
Filippo Andreetto - un soldato/il cieco che balla
Elena Bernardo - un'altra orfana
Barbara Bianchi - quella con la madre
Cristiano Caccamo - un soldato
Chiara Casali - la tassista
Giuseppina Loschiavo - la ragazzina
Chiara Postacchini - un'altra orfana
Arianna Saturni - la tassista

SECONDO CAST

Marzia Colandrea - la moglie del medico
Maurizio Lombardi - il medico
Gianluca Tocci - l'uomo dalla benda nera
Agostino Terranova - il sergente
Alessio De Caprio - quello con la pistola
Valeria Baresi - l'orfana
Daria Mariotti - la madre
Fulvio Barigelli - un soldato

MOVIMENTO SCENICO

Movimento scenico
Luca Ventura

MOVIMENTO COREOGRAFICO

Movimento coreografico
Valeria Baresi

ASSISTENTE ALLA REGIA

Assistente alla regia
Eleonora Leone

MUSICHE

Musiche
Philip Glass
Mauro Tiberi

SCENOGRAFIA E COSTUMI

Michela Bevilacqua
in collaborazione con Francesca Rossetti

DIRETTORE DI SCENA

Mariella Giordano

VIDEO & MONTAGGIO

Pasquale Anselmi

SOUND

Nicola De Santis e Rosaria D'Antonio

FOTO DI SCENA

Claudia Papini

UFFICIO STAMPA

Valeria Buffoni
Tel.06/60654876-347/4871566
valebuf@yahoo.it

PER RICHIESTE E CONTATTI

Organizzazione: Jessica Cenciarelli
tel. 06 5580827 - 340 3029448
organizzazione@cassiopeateatro.org

La visione dello spettacolo non è consigliata ai bambini

 

Uno spettacolo sul valore della responsabilità personale nella società contemporanea, tratto dal romanzo di José Saramago, ha debuttato al Teatro Piccolo Eliseo in giugno, il 4-5 e 6 settembre ha replicato al Magna Graecia Teatro Festival 2010.

 
REGIA

Tenerezza Fattore

 
RAPPRESENTAZIONE

TEATRO PICCOLO ELISEO, Roma
Luglio 2010

MAGNA GRECIA TEATRO FESTIVAL
Settembre 2010