LA PAROLA AGLI ALLIEVI

Io non so più vivere senza il “lavoro”. Non c’è un giorno in cui io riesca a non pensare al giorno in cui posso respirare. Nelle uniche due ore di una settimana che non passa mai. Imprigionato in una gabbia da prima che io sia non nato. Non ricordo giorno in cui abbia avuto un ruolo, una collocazione, un luogo dove non essere. Mi terrorizza pensare che questo spazio non sia infinito e che possa avere un termine nel tempo.
Io non voglio più vivere un’altra vita.
Non ci riesco più. Ovunque io sia stato, c’è sempre stato un pubblico non pagante. Spettatore non gradito, con la facoltà della parola. Senza sapere nulla di me. Sto male da morire e scrivo qui e non so perché... Ma non so più dove nascondermi da quando, adesso, sono nato...
Marco Iacone / Laboratorio Base 2020-2021
Siamo belli. Dentro e fuori. Siamo giovani, siamo liberi, siamo qui. Perché vogliamo essere persone migliori.
L'inizio, il centro, la fine. Tutti insieme. E domani saremo diversi, e domani non ci saremo più noi. Ma qualcosa tornerà, prima o poi.
Erica Galante / Secondo anno Accademia 2016-2017
...ho riscoperto uno spazio mentale, personalissimo, seppellito nella ordinaria quotidianità e da cui, nel passare del tempo, mi ero allontanato. Verso la fine del corso ho partecipato ad un'importante selezione per il mio lavoro. La prova più difficile consisteva in una serie di giochi di ruolo in cui si simulavano colloqui con clienti e vendite su skype. Allora, prima del colloquio ho ripercorso mentalmente gli insegnamenti di Tenerezza. Piedi nudi e ben piantati per terra, respirare profondamente e... giocare! Ho "giocato per davvero" ed il colloquio è stato perfetto, tanto che ho ottenuto il lavoro per cui mi ero candidato, e adesso mi trovo in aeroporto, in viaggio verso la mia nuova città dove comincerò una nuova avventura professionale!
Francesco Burruano / Laboratorio Base 2015-16
...non spaventiamoci di capire, preserviamoci dagli altri ma non da noi stessi, picchiamoci emotivamente e dilaniamo il nostro animo, piangiamo, ridiamo, sputiamo, diamo testate al muro e schiaffi al cuore, senza paura di scoprire che la nostra vita è stata solo una messa in scena per soddisfare qualcuno o noi stessi, tuffiamoci nelle acque più profonde al costo di sentir mancare l’aria, lanciamoci dall’aereo del cervello senza paracadute, perché quando arriveremo a terra... sbatteremo contro l’anima.
Gian Maria Labanchi / Terzo anno Accademia 2018-19
Desidero liberare e conoscere ogni angolo delle mie possibilità. Desidero il teatro, perché mi permette di entrare, con eleganza e precisione, all'interno di emozioni cruente. Appartengo a questo, al palcoscenico, mare silenzioso; mi sento cullata, ma sicura, determinata ogni volta che si apre davanti a me. A lui, regalo le mie sfumature più profonde, le voci più inquiete della mia coscienza, per dare loro un corpo, un colore...
Mila D'Amato / Primo anno Accademia 2017-2018
Ogni tanto, quando le cose in accademia prendono la forma di una salita tortuosa e sento la frustrazione bussare alla porta del mio cuore, io la faccio aspettare almeno fino al weekend. Quando è sabato prendo tutte le mie difficoltà della settimana e le porto un po'a spasso nel verde, faccio fare loro un giro, prendono un po' di aria e intanto apro la porta alla frustrazione e le faccio vedere che io e le mie difficoltà insieme ci divertiamo, che abbiamo litigato durante la settimana solo perché non ci capivamo ma che ora siamo a posto, stiamo capendo come divertirci insieme e ci spacchiamo a merda nel verde, nella natura, nel sole di novembre...
Giulia Carrara / Secondo anno Accademia 2017-2018
Ai piccoli passi, Ai muscoli che fanno male, Alla sveglia presto, A quel salto che non ti viene mai e poi, magicamente, "oplà!", Al culo che rode, Alle lacrime che scendono, Alle serie di 10 addominali ogni volta che cade una bottiglia, Al girotondo che va sempre dalla parte sbagliata, A due sorelle che si stringono per non morire, Ad una nota del pianoforte che cala sempre, Ad un coro sgangherato che prende forma, Ad un leggìo malconcio con sopra poesie che avremmo dovuto già sapere a memoria da mesi, A degli starlight che si staccano dalle scarpe, Alle decine di drammaturgie introvabili, Alle "schiocchezze", Ad un'allieva regista diventata Attrice solo dopo febbraio, A Strindberg, A due trecce legate, Ad un Ventiduenne più puro dell'Azzurro Veneziano, E a tutti quelli che mi hanno aiutata a rincollare i pezzi, Ad un altro anno pieno di "Ohhh" e di "ah-Ah!" Grazie.
Marta De Medici / Secondo anno Accademia 2016-2017